I tuoi spigoli
Quando hai paura o ti vergogni, o sei felice.
Quello che sei solo tu!
Una ruga
Quel sollevare le labbra quando sorridi
Come tieni conserte le braccia o guardi in basso
La piega del carattere che ti fa rispondere male
Per difesa
O perché in quel punto, in un dato momento, hai sofferto
Il timbro della voce mentre racconti, o esplodi in una risata, o t’incazzi
Gli occhiali che pendono da un lato, di poco ma lo notano tutti
Le cose scomode che pensi, che hai da dire, che ti fanno smottare
I pensieri non allineati, non incanalati nel letto del fiume dell’omologazione
I “no” alle frasi fatte, al consenso facile, a ciò che piace a tanti ma non è verificabile, e neppure verificato
Le mani messe in tasca quando indossi i jeans
La tua bellezza piccola o le cose che belle non sono ma esistono, questo è
La voglia di chiuderti in casa perché ne hai le palle piene
O la sacrosanta necessità di uscire anche se ce lo impediscono
La paura di quello che sei, insieme all’orgoglio
Il disincanto e la disperazione
La luce dietro gli occhi che vorrebbero tenerci chiusi
La rabbia per quello che non capisci, ma soprattutto per quelli che non capiscono
Quelle unghie in bocca
Quelle gambe accavallate per divertimento per posa per sicurezza per insicurezza
La sfrontatezza che nasconde rabbia, o supponenza, o eccitazione
I vestiti che ti sfili senza farti guardare, o come se stessi passeggiando per una via del centro
Le troppe volte che chiedi “perché?” quando ordinano senza spiegazione
Troppe per gli altri…
Quando ti chiedono se hai figli, come fosse il discrimine per inserirti in serie A o in serie B
Quando confondono il diritto con la ragione di stato
Quando ti dicono “non si fa… sai, per quieto vivere”
Quando tutti stanno impazzendo, ma per comodità il pazzo sei tu
Se ti incazzi perché ti chiedono di cosa ti occupi prima di chiederti come ti chiami e come stai
E se non stai al gioco, solo perché ci stanno tutti gli altri
Ogni volta che il sacrificio da fare lo vuoi decidere tu, e non farlo decidere da qualcun altro
Quando confondono il moralismo con la morale
Tutti questi dettagli, dettagli non sono, perché sei tu
Ed è questo che voglio fotografare
L’idea che hai tu solo
La frangia o il garbo, la sfrontatezza o il tatto, l’anarchia o la determinazione che sei
Sono ciò che importa, ciò che emerge, ciò che è vero
Il successo non è assomigliare, ma essere
Quello che voglio fotografare sei tu quando non sei d’accordo
Il tuo penare
Il dubbio appeso ai tuoi occhi
La differenza che sei
Il tuo canto che urla
Qualunque immotivata gioia
Esplosa gigante intima segreta
Voglio fotografare quello che racconti
Quello che hai visto che hai vissuto rigettato amato
Gli angoli, oltre all’insieme
I dettagli dei tuoi motivi
Perché non ti sei arreso
Perché lo hai fatto
Come hai raggiunto ciò che sei
Quello che ti manca per farlo
Voglio fotografare il momento in cui qualcosa ti è sfuggito di mano
L’istante che accenna agli altri ma non li rappresenta, perché è solo, ed è lì
Voglio che quel fotogramma parli la tua lingua
Una parola gettata nel rumore