L’infanzia dura poco, ma dura per sempre. –Ricardo Menéndez Salmòn
Fotografare i bambini è il mestiere più semplice e il più complicato, perché ritrarre l’infanzia è il modo più schietto di metterti di fronte a te stesso.
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Tra tutti i tipi di lavori fotografici che svolgo e che coinvolgono le persone, quello con i bambini è il tipo di servizio che affronto con una molteplicità di stati d’animo: penso alla gioia e alla spontaneità, ma allo stesso tempo alla delicatezza; mi diverte pensare che avrò di fronte a me -e alla fotocamera- un condensato di istintività pura, ma anche che dovrò essere attento il più possibile, e pronto, e, se ne sarò in grado, sensibile.
Penso che dovrò saper raccogliere i guizzi, gli scherzi, gli sguardi, i capricci, le furbizie ma anche le ingenuità, i primi tentativi (spassosi ma a volte perfettamente riusciti) di atteggiarsi, e poi le vergogne, le delicatezze, le “mocciosità”, gli imbarazzi. E dovrò tentare di fare tutto questo nel giro di qualche minuto o di un’ora o due al massimo. Ed in quei minuti, sarà meglio che sia in grado di farlo da un istante all’altro!
Certo, tutte situazioni che si ripresentano anche con gli adulti. Ma con modalità e andamenti differenti, mediati, filtrati, ed in parte (ma solo in parte…) gestibili con più consapevolezza.
Insomma, fotografare l’infanzia è una prova. Una prova molto bella ma ogni volta inaspettata.
Fotografare i bambini è un gioco. Fotografare i bambini è una cosa molto seria. In qualche modo, nella stessa proporzione in cui per loro è serio giocare.
Chi mi conosce, o anche semplicemente chi ha fatto qualche giro dentro questo sito, sa che concepisco la fotografia come strumento e non come fine. Strumento per raccontare una storia, strumento per raccogliere tracce di animi, pensieri, situazioni, stati emotivi, esperienze, gioia, sofferenza… Strumento per scomporre e rimettere insieme, nel mio piccolo e per il tempo che ci è dato durante i minuti o le ore di un servizio fotografico (o di uno shooting, se preferite) qualcosa che dopo possa apparirmi, e magari apparire allo stesso soggetto ritratto, in una luce anche solo lievemente differente da prima.
Nei miei viaggi come in studio, per strada o a casa delle persone, prima di tutto a me interessa l’uomo, l’essere umano. Paesaggi, scorci, particolari, grandi praterie od oceani alla fine del mondo sono soggetti straordinari, a volte letteralmente indimenticabili, certo, ne ho visti e ne sono ben consapevole, ma ciò che più di tutto sedimenta un ricordo e mi restituisce l’impronta di un possibile racconto della vita e del nostro passaggio su questa terra, sono le persone, con la loro storia (o microscopiche parti di essa) unica ed inimitabile.
E i bambini sono come esseri umani all’ennesima potenza. Quasi tutto è ancora da scrivere, eppure moltissimo è lì, a palpitare nei loro gesti e nei loro occhi.
Quali sono i tipi di shooting per bambini che è possibile realizzare?
Tutti i tipi di fotografie che mi vengono richieste. E’ la risposta più breve ma anche completa che posso dare.
Per cui i servizi alle cerimonie o ricorrenze classiche:
- compleanni
- battesimi
- comunioni
- cresime
E gli scatti al di fuori di qualunque ricorrenza:
- shooting in stiudio
- servizi in casa
- servizi in esterno
E dopo il servizio fotografico?….
“come possiamo conservare e presentare al meglio le fotografie del nostro bimbo?”
Il più delle volte, infatti, dopo un lavoro tanto bello ma anche impegnativo, mi capita che i genitori abbiano la necessità di non “sminuire” le fotografie -quantomeno quelle più belle- e di volerle conservare e rivedere ogni volta che lo si desidera, su di un materiale che sia, appunto, “fisico”, e non il monitor di uno smartphone o di un computer. Certo, per una visione veloce per i tuoi amici, lo smartphone è assolutamente pratico. Ma le fotografie, quelle vere intendo, trovano la loro più vera realizzazione sulla carta.
Ci sono vari sistemi, dunque, per conservare “fisicamente” e sfogliare le immagini scattate durante un servizio. I due preferiti dalla maggioranza delle persone sono:
–le stampe fotografiche classiche, di solito un mix tra una certa quantità di stampe in formato cartolina (o poco più) e una selezione di foto stampate in grande formato, magari non solo -o non necessariamente- su carta fotografica, ma anche su tela, oppure su pannelli di alluminio o altri materiali rigidi;
–un libro fotografico vero e proprio. Il libro può essere realizzato in vari formati -e dimensioni- e può contenere un numero di pagine molto variabile, in questo modo andando incontro davvero a quasi tutte le esigenze. Può avere copertina morbida o rigida, e le pagine interne possono essere di svariati tipi di carta (alcune sono di finitura effettivamente raffinata!). L’impaginazione, la grafica e i layout li eseguo io stesso, e si tratta sempre di lavori ad hoc. Questo significa che non utilizzo layout automatizzati, ma cerco un tipo di impaginazione ispirata al genere di scatti che andrò ad utilizzare. E significa, inoltre, che il libro che ne verrà fuori sarà unico, non vi è un prodotto fatto allo stesso modo nella casa di nessun altro! 😉
Quanto costa uno shooting per un bambino?
Come potete capire, sono molte le variabili in gioco. Per questo motivo, un preventivo reale e preciso può essere effettuato solamente su richiesta, e sulla base delle esigenze e delle opzioni che desiderate. Il range di prezzi è davvero molto ampio, perché un servizio di un’ora e di qualche scatto in casa (per esempio) costerà molto meno -ovviamente- di una intera cerimonia, o di un compleanno, o di un servizio in studio fotografico.
Contattarmi per richiedere un preventivo ad hoc è facilissimo e, naturalmente, completamente gratuito e senza impegno!
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